Finito il 2024 e iniziato il nuovo anno è tempo di bilanci e di previsioni, e il settore dell’agricoltura e delle macchine agricole non fa eccezione.
I risultati dell’anno appena passato non fanno certo gioire, anzi; la generale incertezza sui mercati esteri e sul mercato italiano, causata dalle crescenti instabilità geopolitiche, si riflette sull’andamento della produzione italiana di tecnologie agricole.
Come riporta l’Associazione di categoria FEDERUNACOMA nel suo recente report sullo stato delle Macchine per l’agricoltura e la cura del verde nel 2024, il settore chiude l’anno con un calo significativo rispetto al 2023.
Le previsioni dell’associazione parlano di una flessione del 19,5%, per un valore totale di 13,2 miliardi di euro - circa 3,2 miliardi in meno rispetto al 2023. Il dato sulla produzione di mezzi meccanici per l’agricoltura deriva dalla somma delle diverse tipologie di macchine ma è certamente indicativo di una situazione complessa. Che lascia tuttavia spiragli positivi, quantomeno in un orizzonte globale e partendo dal presupposto del dispiegamento di importanti incentivi e risorse strutturali.
Il report dell’associazione dei costruttori scatta un’istantanea molto chiara della situazione economica mondiale - ovviamente, con le dovute differenze tra i mercati. Si tratta, in generale, di una “crescita moderata, tra luci e ombre”.
Nel primo semestre, infatti, la crescita globale si è attestata su livelli moderati, sul 3,2%. Ciò dovuto soprattutto al calo dell'inflazione che ha favorito la spesa delle famiglie nonostante le difficoltà date dalla sempre più complessa situazione geopolitica.
Nel secondo semestre si sono registrati aumenti del PIL in diverse economie occidentali, come USA, Canada, Spagna, UK, Giappone. Non sono però mancati segnali anche importati di rallentamento di alcune grandi economie, su tutte la Germania, ma anche la Cina.
E la situazione italiana? Ecco alcuni dei dati offerti dal rapporto di FEDERUNACOMA:
Il biennio 25-26 prevede però un’accelerazione della crescita oltre il 2%; questa dovrebbe essere trainata da condizioni finanziarie più favorevoli e dalle misure espansive promesse e previste dal Governo.
Anche a livello globale la situazione, nel 2025, dovrebbe migliorare. Nell’area Euro il PIL dovrebbe crescere dell'1,3% nel 2025, grazie alla ripresa dei redditi reali e a migliori condizioni di credito. A livello globale la crescita dovrebbe essere poco sopra il 3%, con lenta disinflazione e politiche monetarie meno restrittive che sosterranno la domanda. Tuttavia, rimarranno alcuni rischi come la situazione geopolitica instabile, le politiche economiche di nuovi governi e le tensioni Mediorientali.
Come riferisce l’associazione di categoria, “negli ultimi 20 anni il consumo di materie prime agricole è aumentato, trainato principalmente dalla crescita della popolazione e del reddito nelle economie in via di sviluppo”. L’incidenza del settore agricolo sul PIL mondiale è variata anche molto nel corso degli anni, e ora si attesta intorno al 4,1%. Un settore come sempre imprescindibile ma che gioca ruoli diversi a seconda dei mercati.
Quali sono i trend e le prospettive mondiali snocciolate da FEDERUNACOMA? In un orizzonte temporale di medio-lungo termine, quello che va dal 2023 al 2033, “i paesi a medio e basso reddito continueranno a guidare la crescita della domanda alimentare e della produzione, contribuendo per l’80% alla crescita della produzione globale [...]. Aumenterà il ruolo dell’India e Sud-Est asiatico e dell’Africa Sub-sahariana, diminuirà quello della Cina”. Ecco alcuni dati previsti per questi 10 anni di range temporale:
E l’Unione Europea, come sta? Non benissimo, ma in ripresa. I mercati agricoli dell’UE si dirigono “verso una parziale stabilità”, dopo i pesanti shock e l’alta volatilità degli anni precedenti a causa di pandemia, conflitti e instabilità in aree chiave come il Medio Oriente. Alcuni segnali positivi:
Tuttavia, i rischi non mancano: “eventi climatici avversi, conflitti geopolitici, malattie di piante ed animali, difficoltà di accesso ai fertilizzanti sono i rischi principali che gli agricoltori si trovano a dover fronteggiare”.
In Italia il comparto agricolo ha raggiunto i 72,7 mld di € di valore della produzione, con un +1,9% di valore della produzione e un +7,9% di valore aggiunto della produzione.
A livello globale, la situazione è variegata e generalmente non semplice. Lo illustrano bene i dati di FEDERUNACOMA:
Come abbiamo visto, la situazione non è rosea nemmeno in Italia, sulla scia della generale contrazione del settore a livello mondiale - tanto più in un Paese, l’Italia, fortemente votato all’export di prodotti finiti. Proprio per questo motivo, il calo dell’export frena la produzione italiana e, di conseguenza, la domanda di macchine e attrezzature.
Riporta sempre FEDERUNACOMA: “le previsioni indicano una flessione pari al 19,5%, per un valore complessivo di 13,2 miliardi di euro, vale a dire 3,2 miliardi in meno rispetto all’anno precedente. [...] Le trattrici pesano per poco più di 2 miliardi di euro (-25% rispetto al 2023), le trattrici incomplete e ricambi pesano per circa 1 miliardo (-28,6%), le macchine operatrici e attrezzature rappresentano un valore di 6,2 miliardi (-16,5%), la componentistica di 3,3 miliardi (-17,5%), mentre le macchine per il giardinaggio e la cura del verde contribuiscono per 700 milioni, con una flessione sull’anno precedente del 22,2%”.
Come possiamo notare, la flessione nelle vendite dei macchinari agricoli nel 2024 è generalizzata, una situazione che investe diverse tipologie di macchine e quindi vari settori del comparto agroalimentare. Ma quali sono le cause?
L’associazione di categoria evidenzia come, nel primo semestre, abbia pesato sulla contrazione del fatturato la flessione della domanda interna. “Il mercato italiano delle tecnologie per il settore primario - che nel 2023 aveva chiuso con un passivo del 12,9% per le trattrici e con cali anche per le altre tipologie di mezzi - nei dieci mesi da gennaio a ottobre registra flessioni ancora più accentuate, con le immatricolazioni di trattrici a -14,6%, le immatricolazioni di mietitrebbiatrici a -31,5%, le trattrici con pianale di carico a -18,2%, i sollevatori telescopici a -14,9% e i rimorchi a -2,4%.”
La diminuita produzione nazionale di macchinari deriva però principalmente dalla forte contrazione della domanda estera, data la forte propensione delle aziende italiane ad esportare sui mercati globali.
Il quadro è chiaro: “nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni di trattrici, delle parti di trattrici e delle altre macchine agricole sono calate complessivamente del 9%, con un valore di 3 miliardi e 408 milioni di euro, mantenendo comunque un saldo attivo della bilancia commerciale pari a 2,2 miliardi. Stati Uniti, Francia e Germania si sono confermati, nell’ordine, come i principali Paesi di destinazione delle tecnologie agricole “made in Italy”, seguiti dalla Turchia”.
Ma, come si suol dire, non tutto è perduto, e se i risultati del settore, a livello globale, sono stati difficili e complicati per il 2024, uno spiraglio di crescita si apre sul futuro immediato.
Come spiega la presidente di FEDERUNACOMA Mariateresa Maschio, “Secondo il 60% delle case costruttrici censite, un’inversione di tendenza potrebbe concretizzarsi a partire dalla seconda metà del 2025. La ripresa potrebbe essere favorita da una stabilizzazione del quadro economico complessivo, ma per quanto riguarda la domanda interna molto dipende dalla messa a regime del sistema di incentivazione per l’acquisto di macchinari agricoli di ultima generazione”.
Come riporta l’associazione dei costruttori in un recente articolo, “il settore delle macchine agricole è destinato a crescere in modo consistente nei prossimi anni, ma cambierà la geografia dei mercati. Le grandi piazze dell’Europa e del Nordamerica manterranno un alto livello di investimenti per garantire standard qualitativi elevati, e i due colossi asiatici India e Cina tenderanno a stabilizzare la meccanizzazione sui grossi quantitativi raggiunti in questi anni, ma i mercati emergenti saranno quelli del Sud Est Asiatico e dell’Africa. [...] La domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere in modo molto consistente in quelle regioni del mondo nelle quali si registra un forte sviluppo dell’agricoltura a causa della crescita demografica, e quindi sono necessarie dotazioni tecnologiche molto maggiori di quelle attuali. Un Paese chiave - è stato illustrato in conferenza - è l’Indonesia, che già oggi conta quasi 300 milioni di abitanti segnalandosi come uno dei più popolosi al mondo e destinato ad incrementare ulteriormente il proprio peso demografico nei prossimi anni”.
Non solo: molti altri Paesi “in via di sviluppo” (ormai fatichiamo sempre di più a definirli in questo antiquato modo) traineranno il mercato delle macchine agricole in un futuro non lontano: Vietnam, Filippine, Thailandia nel Sud-Est Asiatico. E ancora di più l’Africa, grazie all’impetuosa crescita demografica attesa entro il 2050: Nigeria, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo in particolar modo.
I segnali di ripresa non dovrebbero mancare. Anche perché va considerato che la contrazione del mercato globale nel 2023-24 va attribuita soprattutto a fattori congiunturali, e non a una vera flessione della domanda mondiale.
Come descritto dalla presidente di FEDERUNACOMA a EIMA, “in un prospettiva di medio e lungo periodo il fabbisogno di tecnologie agricole per il settore primario è destinato a crescere, spinto da un’agricoltura in costante sviluppo, e l’incremento della popolazione globale, che è stimata in 10 miliardi di persone entro il 2050, renderà necessario incrementare la produzione agricola del 50% rispetto ai livelli attuali”.
Non basta, però. La presidente ha sottolineato che “il settore della meccanica agricola si trova ad affrontare una sfida cruciale, non solo sotto il profilo dell’incremento delle rese produttive, ma sotto quello della sostenibilità. Il comparto agromeccanico deve produrre tecnologie che si adattino ai più diversi contesti ambientali e climatici, e che supportino l’agricoltura nella soluzione dei problemi legati alla carenza di risorse idriche e alla perdita di fertilità dei terreni”.
È indispensabile più che mai, in Italia come a livello globale, una strategia coordinata e ben pianificata di investimenti per supportare la produzione di macchine agricole, e la produzione agricola, in questo momento complicato, soprattutto in vista della prevista crescita di domanda che avverrà nell’immediato futuro. Tecnologie e soluzioni economiche ci sono: si tratta ora di metterle in atto.